CIVITANOVA MARCHE – In casa Lube è l’ultimo arrivato. Sia anagraficamente (è nato il 23 Maggio del 2001, il più giovane del roster biancorosso), sia…fisicamente (essendosi aggregato dopo gli altri al gruppo). Ma è bastato poco, appena un set, per capire che Marlon Yant – millennial caraibico della Lube – ha tutte le carte in regola per ricalcare le orme dei suoi pluridecorati e celebrati connazionali in forza a Civitanova. Tecnicamente già dotato, anche nei fondamentali di seconda linea (in controtendenza rispetto a tante promesse made in Cuba forti fisicamente ma ancora acerbe nei singoli fondamentali), nel terzo parziale della sfida con Padova è stato inserito da coach De Giorgi dall’inizio al posto di Yoandy Leal. Ed il giovane martello nato a Villa Clara ha subito chiarito perché sono in molti a considerarlo uno dei migliori ‘prospetti’ del volley mondiale: due ace consecutivi, un muro, cinque palloni attaccati e cinque punti. Per dimostrare che le ottime performance nei tornei di qualificazione olimpica con la nazionale cubana non erano frutto del caso, e che le referenze di Silvano Prandi – suo mentore lo scorso anno a Chaumont, nella Ligue A francese – erano ben circostanziate.
«Quello francese è un buon campionato, ma la qualità in Italia è ancora migliore perché qui in SuperLega ci sono i migliori al Mondo. Ed alla Lube gioco con dei campioni, che sono anche delle bravissime persone» dice Yant a Gianluca Pascucci in un intervista al Corriere Adriatico. Per il giovane talento caraibico sbarcare in riva all’Adriatico è stato un po’ come arrivare in una piccola Cuba, con diversi connazionali a facilitarne l’inserimento. «Sono sempre stati i miei idoli, averli accanto è un grande stimolo per un giovane: c’è Osmany, che ha una tecnica da manuale, Simon che è un po’ la mia chioccia ed abbiamo giocato insieme anche in nazionale, e con Leal mi vedo anche fuori dalla palestra, insieme a Marchisio e Larizza». Ed a innescare i suoi attacchi, c’è quel Luciano De Cecco che Yant definisce ‘grandissimo’. «Ha un’incredibile capacità di gestire la palla – commenta – e per me è come un maestro, mi insegna tante cose e mi dà sempre consigli». E con il supporto prezioso dei suoi titolati compagni di squadra, Marlon continua spedito il cammino nel suo percorso di crescita. Con la voglia di ritagliarsi sempre più spazio.