CIVITANOVA MARCHE – E’ una Lube ritrovata. Dopo le polemiche scaturite dal divorzio con Ferdinando De Giorgi, dopo la cocente delusione dell’eliminazione dalla Champions arrivata per mano dello Zaksa al Golden Set, e dopo la paura di un cluster di Covid all’interno del gruppo squadra, legato alla scoperta di due positività – all’inizio della scorsa settimana – che aveva prima fatto slittare gara 1 dei quarti di finale dei play-off e poi messo addirittura a repentaglio lo svolgimento della serie.
In un’ora e mezzo, Civitanova è riuscita a mettersi tutto alle spalle. Le assenze pesanti di De Cecco (sostituito in maniera semplicemente impeccabile da Marco Falaschi) e di Leal (rimpiazzato da Yant e Kovar a mo’ di staffetta) non hanno impedito ai biancorossi di passare a condurre nella serie contro Modena, battuta 3-0. E nella metà campo marchigiana si è rivista anche quell’attitudine a soffrire ed al “problem solving” la cui mancanza, nell’ultimo mese di partite, è stata pagata a caro prezzo. Nel match contro gli emiliani il ‘treno’ di Civitanova ha visto inizialmente Osmany Juantorena nelle vesti di locomotiva (7 punti nella frazione inaugurale), avvicendato da un Rychlicki devastante nella seconda frazione (11 punti, 10 dei quali in attacco) e da Simon i cui servizi nel terzo (tra cui quello che ha chiuso la partita) hanno contribuito a scavare il solco rendendo incolmabile per gli ospiti il divario accumulato in termini di punti
«Abbiamo avuto una settimana difficile – commenta l’alzatore biancorosso, Marco Falaschi – durante la quale è stato complesso anche fare gli allenamenti. Sapevamo che la partita sarebbe stata difficile, la squadra in questo senso mi ha aiutato soprattutto nelle situazioni più delicate, perché sappiamo tutti che gli automatismi che nel corso della stagione vengono perfezionati con un palleggiatore nelle sedute in palestra ed in gara poi è difficile ricrearli con un alzatore diverso. E devo ringraziare i miei compagni che hanno attaccato tutto quello che arrivava, compresi i palloni meno…belli, ma questo è l’aspetto più importante dell’essere squadra, dell’essersi ritrovati in un momento complicato e dell’essere riusciti a portare a casa un ottimo risultato che, comunque, tutti quanti noi eravamo convinti di poter centrare».
«E’ mancato un approccio un po’ più sciolto, un po’ più libero – spiega il grande ex di turno, Dragan Stankovic – perché al di là delle assenze la Lube resta una formazione di grande livello, con un rosa completa ed in grado di mettere in difficoltà chiunque. Siamo partiti sottotono sia nel primo che nel terzo set, e concedere subito diversi punti di vantaggio ad una formazione così attrezzata rende tutto molto più difficile. Mentre nel secondo ci è mancata nel momento più importante quella correlazione muro-difesa necessaria per costruirci l’opportunità di sfruttare i set-point avuti a disposizione, un fondamentale su cui noi prestiamo sempre particolare attenzione e che in molti casi ci ha aiutato a recuperare svantaggi, ma che stavolta non ha funzionato».