La Serie A riabbraccia uno dei suoi grandi protagonisti. A 44 anni compiuti, Valerio Vermiglio si rimette in gioco nella “sua” Sicilia, lasciata da giovanissimo con destinazione Treviso. In mezzo, 258 presenze con la Nazionale maggiore, la prima volta nella primavera del 1999 a Sydney in World League (e due ori continentali, oltre ad un argento olimpico) ed una bacheca con 23 trofei esposti (tra cui anche un ‘doble’ – Scudetto e Champions – nella Superlega russa con Kazan) accumulati negli oltre vent’anni di carriera che contemplano anche esperienze in Argentina e Iran, oltre alla già citata Russia. Cinque i campionati nelle Marche (quattro a Macerata ed uno a Falconara) e complessivamente 512 gettoni in A collezionati anche a Salerno, Treviso, Parma, Padova, Piacenza e Santa Croce. Ora, l’approdo ad Acicastello, formazione militante nel Girone Blu di A3 che vede tra le partecipanti anche la Videx Grottazzolina.
«Mi sono sempre ripromesso di fare qualcosa a Catania – racconta a Giovanni Finocchiaro de La Sicilia – almeno quattro o cinque volte ho giocato in città. Ricordo le universiadi nel ’97 disputate al PalaCus che adesso sarà il mio campo di casa. Il mio arrivo è stato un lampo di genio del ds D’Angelo, persona che ha esperienza e conoscenze. Ha pensato che per un gruppo giovane su cui investire la mia figura potesse essere di aiuto. Ero a Messina, l’anno scorso ho giocato a Spadafora, due anni fa a Palermo, cercavo un progetto aziendale sportivo serio nella mia Sicilia, perché sono stato fortunato ad avere occasioni e giocarmele in posti lontanissimi, ma questa è la mia terra.
Comincio martedì. E’ una bellissima occasione, non ho mai lasciato la pallavolo. Inizio un’esperienza in Sicilia con un gruppo di persone che ci tengono veramente, che hanno esperienza tecnica. Puleo è un allenatore esperto. Sono stato fuori dalla mia isola per tanti anni, forse per questo mi sono sentito ancor più orgogliosamente siciliano. Partecipare a un progetto che vuole riportare in alto il volley della mia isola con giovani talenti da far crescere è quello che sognavo».
Nella personale valigia di Vermiglio ci sono tanti ricordi, non solo legati ai tanti successi ma anche ai rapporti instaurati con giocatori ed allenatori con cui ha condiviso il suo cammino nella pallavolo di alto livello.
«Soprattutto il gruppo di Treviso – dice Vermiglio nell’intervista al quotidiano siciliano – in cui giocavo con Dineikin, Cisolla, Papi. Abbiamo creato una macchina di vittorie infernale. La vittoria del primo scudetto sul campo di Modena è stato il primo mattone, negli anni anche all’estero ho vissuto grandi emozioni. Ho vinto tanto anche con la nazionale. Le prime gioie mi hanno suscitato emozioni che mi danno anche oggi brividi. A Cisolla e Papi mi lega un’amicizia speciale, sono stato con loro anche in nazionale, mentre Dineikin è il giocatore straniero con cui mi sento più spesso ma anche Nikolay Nikolov, centrale bulgaro che ho conosciuto nella seconda parte della mia carriera e con il quale ho un legame profondo. Chi lo sa se ad Acicastello si possa tornare a giocare insieme.
Anastasi mi ha lanciato in nazionale – spiega Vermiglio parlando degli allenatori avuti in carriera – ed ha avuto fiducia in me, Lorenzetti mi ha valorizzato nella prejuniores, ma sono legato per tante vicissitudini anche e soprattutto a Daniele Bagnoli ed a Roberto Piazza che sono stati il centro della mia vita»