E’ uno dei pochissimi pallavolisti russi ad aver lasciato il campionato della sua terra di origine per sbarcare nell’Europa Occidentale. Aleksandr Kimerov, 215 centimetri per 103 chilogrammi di peso, è arrivato in Italia pochi giorni dopo il suo ventiquattresimo compleanno, ingaggiato da Verona. Già nel 2017 l’opposto era balzato agli onori della cronaca per quanto capitato a bordo di un aereo della compagnia russa “Pobeda Airlines”, in un volo interno diretto a Mosca. Kimerov si era spostato dal suo posto ad uno vicino al corridoio, per avere più spazio per le gambe, senza l’autorizzazione dell’assistente di volo che lo aveva quindi invitato a sedere sul posto originariamente assegnato. Dopo il rifiuto del pallavolista e il relativo battibecco con il personale a bordo, tre agenti in divisa sono intervenuti per far scendere Kimerov dal velivolo, poi partito con 40 minuti di ritardo.
La sua storia nel volley che conta è nondimeno singolare, cominciata con la casacca della Dinamo Mosca e proseguita nel Krasnodar (e con le prime convocazioni nella nazionale russa), prima dell’approdo al Fakel Novy Urengoy che però, lo scorso giugno, lo ha ‘licenziato’ rescindendo il contratto precedentemente siglato. Alla base della decisione presa dal club siberiano, la vicenda che ha visto Kimerov colpevole del danneggiamento della vettura di un automobilista, episodio che peraltro ha spinto la Federazione russa a comminare all’atleta una squalifica di due anni con la condizionale.
Da qui la scelta di vestire la casacca della Blu Volley, per mettere in mostra le sue, indiscutibili, qualità. Ma questo nuovo capitolo della sua vita agonistica, da scrivere in lingua italiana, non è cominciato nel migliore dei modi. Il gigante russo è stato infatti uno degli atleti del gruppo scaligero a cui, il 2 Novembre, è stata riscontrata la positività al Covid-19 (come capitato a Magalini, Peslac e Bonami), ma dopo alcuni giorni sono subentrati dolori toracici e tracce di sangue nei colpi di tosse. All’immediato ricovero in ospedale ha fatto seguito un angiotac che ha evidenziato un problema embolico a livello polmonare. Dimesso dopo una settimana, è stato dichiarato fuori pericolo, ma il suo ritorno sui campi di gioco è momentaneamente da escludere.
«Kimerov sta bene – conferma il medico sociale della società gialloblu, Alberto Ciacciarelli – che è la cosa più importante. Non ci sono state complicazioni, è stata una degenza tranquilla. Kimerov è stato dimesso e sta bene, ora però dobbiamo considerare che, per queste problematiche, le linee guida prevedono una terapia anticoagulante prolungata, per la precisione da 3 a 6 mesi. Risulta quindi chiaro che rivederlo in campo non sarà possibile prima di questo lasso di tempo. Il giocatore, durante i primi giorni a casa e durante la degenza, è stato seguito con particolare attenzione, da parte nostra c’è stato un contatto pressoché continuo con i colleghi dell’ospedale. E i compagni hanno partecipato, sono stati solidali con la problematica che, non dimentichiamolo, è anche di tipo umano, perché si tratta di un ragazzo arrivato in Italia per la prima volta, da solo, e alle prese con un problema di salute importante. La vicinanza di staff e compagni per lui credo sia stata importante – conclude il medico – ed ora che abbiamo il quadro clinico completo, tutto l’iter seguito, diagnosi e terapia, abbiamo potuto dare una indicazione ufficiale sulle condizioni dell’atleta».